Uno scienziato visionario e uno straordinario viaggiatore - L'avventura di Cristoforo Colombo

Vai ai contenuti



Lo scrittore Jules Verne, nato a Nantes nel 1828, figlio di un avvocato che lo aveva indirizzato alto studio del diritto, è considerato il padre della fantascienza. Dopo essersi formato una solida cultura scientifica e geografica e aver fatto alcuni tentativi in varie direzioni, egli ha trovato la sua via nel 1863, quando ha scritto e pubblicato con grande successo su di una rivista I'opera Cinque settimane in pallone, che ha inaugurato un nuovo genere letterario, il romanzo d'avventura, ispirato al progresso scientifico. Esso rifletteva I'entusiasmo, il fervore ottimistico, l'orgoglio e, in parte, anche l'ingenua retorica che nella seconda meta del'800 hanno salutato in Europa l'improvvisa e rivoluzionaria esplosione delle scoperte e delle applicazioni scientifiche.

I romanzi di Verne sono diventati popolarissimi, le sue ipotesi scientifiche e le profezie tecnologiche hanno inaugurato un nuovo genere. La serie dei Viaggi straordinari attraverso i mondi conosciuti e sconosciuti aveva lo scopo di riassumere tutte le conoscenze geografiche, geologiche, fisiche e astronomiche accumulate dalla scienza moderna.  Il  loro contenuto precorre le conquiste tecnologiche successive e rimane l'anticipazione più sbalorditiva degli odierni viaggi nello spazio. Verne ha dedicato a Cristoforo Colombo un volume della Storia generale dei viaggi e delle scoperte geografiche, pubblicato nel 1882, per la stesura del quale si è servito della collaborazione del geografo Gabriel Marcel, impiegato alla Biblioteca Nazionale di Parigi, che poteva consultare i documenti originali e le riproduzioni delle lettere e dei dispacci scritti da Colombo e dal suoi ufficiali. Sotto la penna del grande narratore francese, l'impresa dell'Ammiraglio diventa un'appassionante avventura.

Anche se la figura di Colombo è controversa, vi sono alcune cose su cui possiamo concordare tutti. Nonostante non avesse una grande conoscenza teorica, egli era un ottimo pilota, dotato di enorme intuizione e di eccellente perizia, che sapeva perfettamente come sfruttare i venti e le correnti. Era anche provvisto di una straordinaria tenacia e di una altrettanto straordinaria energia morale, che gli hanno permesso di superare le enormi difficoltà dell'impresa.

Il libro di Verne è molto favorevole a Colombo, troppo per avere il valore di un documento storico. Se la sua bravura come marinaio era indiscutibile, la sua abilità a trattare con le persone e con i suoi stessi collaboratori, era di gran lunga inferiore e molti episodi, come i rapporti con i locali e l'ammutinamento dei marinai, non sono descritti da Verne in modo realistico. Ma "la gloria di Colombo sta nell'essere partito, non nell'essere arrivato" dice lo scrittore ed è proprio al grande coraggio dimostrato dall'Ammiraglio nell'affrontare l'Oceano sconosciuto che deve essere legata la sua fama.







Torna ai contenuti